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SEPARAZIONE VELOCE BOLOGNA- AVVOCATO SEPARAZIONE E FIGLI BOLOGNA

La separazione veloce è un termine comunemente usato per indicare la separazione consensuale, che è la procedura più rapida e meno costosa per ottenere la separazione.

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assegno divorzio

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In Italia, la separazione consensuale può essere ottenuta attraverso due procedure:

  • La negoziazione assistita: è una procedura obbligatoria per i coniugi che hanno figli minori o figli maggiorenni non autosufficienti. La procedura si svolge in due fasi:
    • Fase preliminare: i coniugi, assistiti da due avvocati, si incontrano per cercare di raggiungere un accordo sui termini della separazione.
    • Fase di stipula della convenzione: se si raggiunge un accordo, i coniugi lo formalizzano in una convenzione, che deve essere sottoscritta da entrambi e dai rispettivi avvocati.
  • La separazione consensuale : è una procedura facoltativa, che può essere scelta dai coniugi che non hanno figli minori o figli maggiorenni non autosufficienti. La procedura si svolge in un’unica udienza, in cui i coniugi, assistiti dai rispettivi avvocati, chiedono al Tribunale di dichiarare la separazione consensuale.

In entrambi i casi, la separazione è effettiva dal momento in cui viene depositata la convenzione di separazione o la sentenza di separazione consensuale.

Per ottenere una separazione veloce è importante rivolgersi ad un avvocato esperto in materia di divorzi. Un avvocato esperto sarà in grado di guidare i coniugi nel processo di separazione, fornendo loro la consulenza legale necessaria per raggiungere un accordo vantaggioso e tutelare i loro diritti.

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SEPARAZIONE CONIUGI BOLOGNA

In particolare, un avvocato esperto in materia di divorzi sarà in grado di:

  • Aiutare i coniugi a valutare la loro situazione e a individuare le aree su cui è possibile trovare un accordo.
  • Redigere la convenzione di separazione o il ricorso per la separazione consensuale giudiziale, assicurandosi che contenga tutte le clausole necessarie per tutelare i diritti dei coniugi e dei figli.
  • Rappresentare i coniugi in sede di negoziazione assistita o di udienza di separazione consensuale giudiziale, garantendo che i loro interessi siano tutelati.

Il costo di una separazione veloce dipende da diversi fattori, tra cui la complessità della situazione familiare, la durata della procedura e l’esperienza dell’avvocato. In generale, il costo di una separazione consensuale è inferiore al costo di una separazione giudiziale.

Per avere un’idea più precisa del costo della separazione, è consigliabile richiedere un preventivo a un avvocato esperto in materia di divorzi.

La “separazione e negoziazione assistita” sembra essere un termine che potrebbe essere frainteso o utilizzato in contesti specifici, poiché i processi di separazione e negoziazione spesso si riferiscono a concetti legati al diritto di famiglia o alle procedure legali per la fine di un matrimonio o di una relazione.

La negoziazione assistita è una procedura che consente ai coniugi di separarsi consensualmente, senza dover ricorrere al Tribunale. La procedura si svolge in due fasi:

  • Fase preliminare: i coniugi, assistiti da due avvocati, si incontrano per cercare di raggiungere un accordo sui termini della separazione.
  • Fase di stipula della convenzione: se si raggiunge un accordo, i coniugi lo formalizzano in una convenzione, che deve essere sottoscritta da entrambi e dai rispettivi avvocati.

La convenzione deve contenere le seguenti informazioni:

  • La data di separazione.
  • La disciplina dei rapporti personali tra i coniugi, come ad esempio l’affidamento dei figli, il regime di visita e il contributo per il mantenimento dei figli.
  • La disciplina dei rapporti patrimoniali tra i coniugi, come ad esempio l’assegnazione della casa coniugale, l’assegno di mantenimento e il divorzio.

Se i coniugi non raggiungono un accordo, la procedura si interrompe e i coniugi possono rivolgersi al Tribunale per ottenere la separazione.

La negoziazione assistita presenta diversi vantaggi rispetto alla separazione giudiziale:

  • È una procedura più rapida e meno costosa.
  • Permette ai coniugi di mantenere un rapporto più collaborativo e rispettoso.
  • Offre maggiori garanzie di tutela dei diritti dei figli.

La negoziazione assistita è obbligatoria per i coniugi che hanno figli minori o figli maggiorenni non autosufficienti. In assenza di figli, la negoziazione assistita è facoltativa.

In Italia, la negoziazione assistita è stata introdotta dalla Legge n. 162/2014.

La “separazione” può riferirsi al processo di vivere separati, fisicamente o legalmente, senza necessariamente divorziare. In alcuni paesi, questo può essere un passo preliminare al divorzio, e in altri casi, alcune coppie scelgono di vivere separatamente senza divorziare.

La “negoziazione assistita” potrebbe indicare un processo in cui le parti coinvolte cercano di risolvere le questioni in modo collaborativo, spesso con l’assistenza di mediatori o consulenti legali. La negoziazione assistita è progettata per favorire la risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo e la cooperazione, riducendo così la necessità di ricorrere ai tribunali.

Se intendi un particolare concetto o procedura legale che coinvolge sia la separazione che la negoziazione assistita, potrebbe essere utile consultare le leggi specifiche del paese o dello Stato di riferimento. Ad esempio, la “mediazione familiare” è un processo in cui un mediatore assiste le parti coinvolte in una separazione o divorzio a raggiungere un accordo senza la necessità di un procedimento giudiziario completo.

È consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto di famiglia per ottenere informazioni specifiche e consulenze sulla tua situazione giuridica, poiché le leggi possono variare notevolmente in base alla giurisdizione.

I FIGLI NELLA SEPARAZIONE- AVVOCATO SEPARAZIONE E FIGLI BOLOGNA

La separazione dei genitori è un evento molto difficile da affrontare per i figli minori, che possono sperimentare una serie di emozioni negative, come la rabbia, la tristezza, la paura e l’incertezza.

In Italia, la legge tutela i diritti dei figli minori in caso di separazione dei genitori, prevedendo che:

  • I figli minori hanno il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, anche se non vivono più insieme.
  • I genitori hanno il dovere di cooperare per garantire ai figli il migliore interesse possibile.

In particolare, i genitori devono trovare un accordo sui seguenti aspetti:

  • L’affidamento dei figli: i figli minori possono essere affidati a entrambi i genitori (affidamento condiviso) o a uno solo dei genitori (affidamento esclusivo).
  • Il regime di visita: il genitore non convivente ha il diritto di incontrare i figli secondo un regime di visita stabilito dai genitori o dal giudice.
  • Il contributo per il mantenimento dei figli: entrambi i genitori hanno l’obbligo di contribuire al mantenimento dei figli, in base alle proprie capacità economiche.

Se i genitori non riescono a trovare un accordo sui termini della separazione, il Tribunale può intervenire per stabilire le modalità di affidamento, di visita e di mantenimento dei figli.

In sede di separazione, il giudice è tenuto a sentire i figli minori se hanno almeno 12 anni di età, o anche di età inferiore se capaci di discernimento. L’ascolto dei figli è importante per comprendere le loro esigenze e per garantire che la decisione del giudice sia il più possibile rispettosa dei loro interessi.

Ecco alcuni consigli per aiutare i figli minori a superare la separazione dei genitori:

  • Parlate con i vostri figli in modo aperto e onesto.
  • Ascoltate i vostri figli e cercate di capire le loro emozioni.
  • Fornite ai vostri figli un senso di sicurezza e di stabilità.
  • Incoraggiate i vostri figli a mantenere un rapporto con entrambi i genitori.

È importante ricordare che la separazione dei genitori è un processo che richiede tempo e impegno. I genitori devono essere pazienti e comprensivi con i loro figli, fornendo loro il sostegno di cui hanno bisogno per superare questo difficile momento.

ASSEGNO MANTENIMENTO E SEPARAZIONE

In materia di assegno di mantenimento in favore del coniuge separato ai sensi dell’art. 156 c.c., il giudice deve verificare la mancanza da parte del richiedente di adeguati redditi propri, ovvero di redditi sufficienti a garantire la conservazione del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio.

L’assegno di mantenimento al coniuge separato è una prestazione economica che viene corrisposta da uno dei coniugi all’altro per consentirgli di mantenere lo stesso tenore di vita che aveva prima della separazione.

L’assegno di mantenimento è dovuto se sussistono le seguenti condizioni:

  • Ci deve essere una disparità economica tra i coniugi. In altre parole, il coniuge che richiede l’assegno deve avere un reddito inferiore a quello del coniuge che deve corrisponderlo.
  • Il coniuge che richiede l’assegno deve essere impossibilitato a mantenere se stesso con il proprio reddito.

L’importo dell’assegno di mantenimento viene stabilito dal giudice in base a una serie di fattori, tra cui:

  • I redditi dei coniugi.
  • Le esigenze di vita del coniuge che richiede l’assegno.
  • Il tenore di vita che i coniugi avevano prima della separazione.
  • L’eventuale presenza di figli minori.

L’assegno di mantenimento può essere corrisposto in forma periodica (mensile o trimestrale) o in forma una tantum.

In caso di separazione consensuale, i coniugi possono accordarsi sull’importo e sulla forma di corresponsione dell’assegno di mantenimento. L’accordo deve essere formalizzato in una convenzione di separazione, che deve essere depositata presso il Tribunale.

In caso di separazione giudiziale, il giudice decide sull’assegno di mantenimento in sede di sentenza di separazione.

L’assegno di mantenimento cessa di essere dovuto nei seguenti casi:

  • Il coniuge che lo riceve si risposa o inizia una convivenza stabile.
  • Il coniuge che lo riceve muore.
  • Il coniuge che deve corrisponderlo muore.
  • I coniugi si riconciliano.

Se il coniuge che riceve l’assegno di mantenimento migliora la propria situazione economica, il giudice può ridurre o sospendere l’assegno.

Se il coniuge che deve corrispondere l’assegno di mantenimento peggiora la propria situazione economica, il giudice può aumentare o ripristinare l’assegno.

Infatti, l’assegno di separazione presuppone la permanenza del vincolo coniugale, e, conseguentemente, la correlazione dell’adeguatezza dei redditi con il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio; al contrario tale parametro non rileva in sede di fissazione dell’assegno divorzile, che deve invece essere quantificato in considerazione della sua natura assistenziale, compensativa e perequativa.

La valutazione relativa alle capacità di lavoro del coniuge beneficiario dell’assegno non potrà che avere ad oggetto l’effettiva e concreta possibilità di procurarsi mezzi propri mediante l’espletamento di un’attività lavorativa, essendo irrilevanti, per contro, valutazioni astratte.

In caso di separazione, il giudice può assegnare la casa coniugale al coniuge che la richiede, tenendo conto dell’interesse dei figli minori o della convivenza con figli maggiorenni ed economicamente non autosufficienti.

L’assegnazione della casa coniugale è un provvedimento che ha natura patrimoniale, ma che è finalizzato alla tutela dell’interesse dei figli. In particolare, il giudice deve considerare i seguenti fattori:

  • L’età e il grado di maturità dei figli;
  • La loro salute e le loro esigenze educative;
  • Le loro abitudini di vita;
  • La disponibilità di altri immobili da parte dei coniugi.

In caso di accordo tra i coniugi, l’assegnazione della casa coniugale può essere regolata nell’ambito della convenzione di separazione. In assenza di accordo, il giudice deciderà in base ai criteri sopra indicati.

In particolare, in caso di affido condiviso dei figli, il giudice assegna la casa coniugale al coniuge che, in base alle circostanze, risulta essere il più idoneo a garantire la continuità dell’ambiente familiare in cui i figli sono cresciuti.

In caso di affido esclusivo dei figli, il giudice assegna la casa coniugale al coniuge affidatario.

In caso di convivenza con figli maggiorenni ed economicamente non autosufficienti, il giudice assegna la casa coniugale al coniuge con cui i figli convivono.

L’assegnazione della casa coniugale cessa nel caso in cui:

  • Il coniuge assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare;
  • Il coniuge assegnatario conviva more uxorio;
  • Il coniuge assegnatario contragga nuovo matrimonio.

Il provvedimento di assegnazione della casa coniugale è trascrivibile e opponibile a terzi.

In caso di separazione a Bologna, è possibile rivolgersi ad un avvocato per ottenere assistenza nella richiesta di assegnazione della casa coniugale.

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