MALASANITA’ DANNO

Per ottenere un risarcimento per malasanità è necessario dimostrare che il danno subito è stato causato da un errore medico. Tale errore può consistere in una diagnosi errata, in un trattamento inadeguato, in un intervento chirurgico mal eseguito, o in qualsiasi altra condotta del medico o dell’operatore sanitario che abbia causato un danno al paziente.

La prima cosa da fare, quindi, è raccogliere la documentazione medica relativa al caso. Questa documentazione dovrebbe includere:

  • Il referto di ricovero o di visita
  • Gli esami diagnostici eseguiti
  • La cartella clinica
  • Eventuali altri documenti che possono essere utili a dimostrare l’errore medico.

Una volta raccolta la documentazione medica, è necessario rivolgersi ad un avvocato specializzato in malasanità. L’avvocato valuterà il caso e, se riterrà che vi siano i presupposti per un risarcimento, procederà a presentare una richiesta di risarcimento al responsabile dell’errore.

La richiesta di risarcimento può essere presentata in via stragiudiziale, direttamente al responsabile dell’errore, oppure in via giudiziale, attraverso un ricorso al Tribunale.

Nel caso di richiesta stragiudiziale, il responsabile dell’errore ha la possibilità di accettare la richiesta e di liquidare il risarcimento in via bonaria. In caso contrario, il danneggiato può procedere a costituirsi parte civile nel processo penale che viene instaurato contro il responsabile dell’errore.

Nel caso di richiesta giudiziale, il Tribunale, dopo aver accertato l’esistenza dell’errore medico e la sua causalità rispetto al danno subito dal paziente, liquiderà il risarcimento in base a quanto stabilito dal codice civile.

Il risarcimento per malasanità può includere:

  • I danni patrimoniali, come le spese mediche, le spese di assistenza, la perdita di reddito, ecc.
  • I danni non patrimoniali, come il danno morale, il danno esistenziale, ecc.

La quantificazione del risarcimento è una questione complessa che deve essere effettuata da un esperto.

Il termine per richiedere il risarcimento per malasanità è di dieci anni dalla data in cui il paziente ha avuto conoscenza del danno.

In conclusione, per ottenere un risarcimento per malasanità è necessario:

  • Raccogliere la documentazione medica relativa al caso
  • Rivolgersi ad un avvocato specializzato in malasanità
  • Presentare una richiesta di risarcimento in via stragiudiziale o giudiziale

In caso di richiesta giudiziale, è importante rivolgersi ad un avvocato competente e con esperienza in materia di malasanità.

Per ottenere un risarcimento per malasanità è necessario dimostrare che il danno subito è stato causato da un errore medico. Tale errore può consistere in una diagnosi errata, in un trattamento inadeguato, in un intervento chirurgico mal eseguito, o in qualsiasi altra condotta del medico o dell’operatore sanitario che abbia causato un danno al paziente.

La prova del danno può essere fornita dal paziente attraverso la produzione di documentazione medica, come:

  • Il referto di ricovero o di visita
  • Gli esami diagnostici eseguiti
  • La cartella clinica
  • Eventuali altri documenti che possono essere utili a dimostrare l’errore medico.

In particolare, la cartella clinica è un documento fondamentale per la prova del danno. La cartella clinica deve essere completa e aggiornata, e deve indicare tutte le informazioni relative al caso, come:

  • La storia clinica del paziente
  • La diagnosi
  • I trattamenti eseguiti
  • I risultati degli esami diagnostici
  • Le eventuali complicazioni

La cartella clinica deve essere firmata dal medico o dall’operatore sanitario che ha preso in carico il paziente.

Oltre alla documentazione medica, il paziente può anche fornire prove testimoniali, come le testimonianze di altri medici o di persone che hanno assistito al caso.

In caso di richiesta giudiziale, il Tribunale, dopo aver accertato l’esistenza del danno, liquiderà il risarcimento in base a quanto stabilito dal codice civile.

Il risarcimento per malasanità può includere:

  • I danni patrimoniali, come le spese mediche, le spese di assistenza, la perdita di reddito, ecc.
  • I danni non patrimoniali, come il danno morale, il danno esistenziale, ecc.

La quantificazione del risarcimento è una questione complessa che deve essere effettuata da un esperto.

In conclusione, per dimostrare il danno causato da un errore medico è necessario:

  • Raccogliere la documentazione medica relativa al caso
  • Rivolgersi ad un avvocato specializzato in malasanità
  • Presentare una richiesta di risarcimento in via stragiudiziale o giudiziale

In caso di richiesta giudiziale, è importante rivolgersi ad un avvocato competente e con esperienza in materia di malasanità.

Ecco alcuni esempi di documenti che possono essere utili a dimostrare il danno causato da un errore medico:

  • Referto di ricovero o di visita: questo documento riporta le informazioni relative al ricovero o alla visita del paziente, come la diagnosi, i trattamenti eseguiti e i risultati degli esami diagnostici.
  • Esami diagnostici: questi documenti possono fornire informazioni utili a dimostrare la presenza di una patologia o di una lesione.
  • Cartella clinica: questo documento è un resoconto completo della storia clinica del paziente, e deve includere tutte le informazioni relative al caso, come la storia clinica, la diagnosi, i trattamenti eseguiti, i risultati degli esami diagnostici e le eventuali complicazioni.
  • Testimonianze: queste testimonianze possono essere fornite da altri medici o da persone che hanno assistito al caso.

In caso di richiesta giudiziale, il Tribunale, dopo aver accertato l’esistenza del danno, liquiderà il risarcimento in base a quanto stabilito dal codice civile.

)In tema di responsabilità medica, ove l’atto terapeutico, necessario e correttamente eseguito “secundum legem artis”, non sia stato preceduto dalla preventiva informazione esplicita del paziente circa i suoi possibili effetti pregiudizievoli non imprevedibili, può essere riconosciuto il risarcimento del danno alla salute per la verificazione di tali conseguenze, solo ove sia allegato e provato, da parte del paziente, anche in via presuntiva, che, se correttamente informato, avrebbe rifiutato di sottoporsi a detto intervento ovvero avrebbe vissuto il periodo successivo ad esso con migliore e più serena predisposizione ad accettarne le eventuali conseguenze (e sofferenze). (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza di merito che, relativamente all’asseverata mancanza di consenso di una paziente rispetto ad un intervento di salpingectomia quale complicanza di un parto cesareo, aveva affermato la responsabilità del medico senza valutare se la paziente, ove adeguatamente informata dell’intervento di sterilizzazione tubarica, avrebbe rifiutato la prestazione) (Cass. civ., Sez. 3, 31 gennaio 2018, n. 2369).
2)In tema di responsabilità del medico chirurgo, la diligenza nell’adempimento della prestazione professionale deve essere valutata assumendo a parametro non la condotta del buon padre di famiglia, ma quella del debitore qualificato, ai sensi dell’art. 1176, comma 2 c.c., con la conseguenza che, in presenza di paziente con sintomi aspecifici, il sanitario è tenuto a prenderne in considerazione tutti i possibili significati ed a segnalare le alternative ipotesi diagnostiche. (Nel caso di specie, la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza della corte d’appello che aveva ritenuto diligente la condotta dei sanitari che, in presenza di sintomi aspecifici, quali svenimento e cefalea, non univocamente riconducibili ad un aneurisma cerebrale, ma nemmeno tali da escluderlo, avevano omesso di prescrivere al paziente tempestivi approfondimenti diagnostici con particolare riguardo alla TAC cranica) (Cass. civ., Sez. 3, 30 novembre 2018, n. 30999).
3)In tema di responsabilità per attività medico-chirurgica, in presenza di un intervento operatorio che – sebbene eseguito in conformità alle “leges artis” e non determinativo di alcun peggioramento della condizione patologica del paziente – non abbia prodotto alcun risultato di tipo terapeutico, e ciò in ragione dell’omessa esecuzione degli interventi preparatori necessari al suo buon esito da parte della struttura sanitaria, nonché di quelli successivi di natura riabilitativa occorrenti al medesimo scopo, ricorre un inesatto adempimento della struttura per avere dato luogo ad una ingerenza priva di utilità nella sfera psico-fisica del paziente, alla quale consegue un danno di natura non patrimoniale ravvisabile sia nella limitazione del proprio agire, sofferta dal paziente per il tempo occorso per le fasi preparatorie, di esecuzione e postoperatorie dell’intervento, sia nella sofferenza derivante tanto da tale limitazione, quanto dalla successiva percezione della inutilità del trattamento subìto (Cass. civ., Sez. 3, 19 maggio 2017, n. 12597).
4)In tema di inadempimento di obbligazioni di diligenza professionale sanitaria, il danno evento consta della lesione non dell’interesse strumentale alla cui soddisfazione è preposta l’obbligazione (perseguimento delle “leges artis” nella cura dell’interesse del creditore) ma del diritto alla salute (interesse primario presupposto a quello contrattualmente regolato); sicché, ove sia dedotta la responsabilità contrattuale del sanitario per l’inadempimento della prestazione di diligenza professionale e la lesione del diritto alla salute, è onere del danneggiato provare, anche a mezzo di presunzioni, il nesso di causalità fra l’aggravamento della situazione patologica (o l’insorgenza di nuove patologie) e la condotta del sanitario, mentre è onere della parte debitrice provare, ove il creditore abbia assolto il proprio onere probatorio, la causa imprevedibile ed inevitabile dell’impossibilità dell’esatta esecuzione della prestazione (Cass. civ., Sez. 3, 11 novembre 2019, n. 28991).
Il medico può incorre in un errore in un qualsiasi momento in cui esercita la sua attività svolta a favore del paziente. Vi sono tre tipologie di errori:
l’errore nella fase diagnostica;
l’errore nella fase prognostica;
l’errore nella fase terapeutica.
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Malasanità

Risarcimento danni – MALASANITA’– OSPEDALI – MEDICI

La morte in ospedale è un evento drammatico e profondamente doloroso sia per i pazienti che per le loro famiglie. Quando una persona muore in ospedale, possono sorgere diverse questioni, tra cui la qualità delle cure ricevute, la comunicazione tra il personale medico e i familiari, e la possibilità di errori medici o comportamenti negligenti.

Uno degli aspetti principali da considerare è la qualità delle cure mediche fornite in ospedale. Gli ospedali sono tenuti a garantire standard elevati di assistenza medica per tutti i pazienti. Tuttavia, in alcuni casi, possono verificarsi errori medici, che vanno dalla diagnosi errata alla somministrazione di farmaci sbagliati o alla mancanza di interventi tempestivi. Questi errori possono portare a conseguenze gravi, inclusa la morte del paziente.

La questione dell’errore medico solleva inevitabilmente questioni etiche e legali. Da un lato, è fondamentale garantire che i professionisti medici siano responsabili delle loro azioni e che gli errori siano affrontati in modo adeguato. Dall’altro lato, è importante evitare una cultura della paura che potrebbe scoraggiare i medici dall’agire in modo tempestivo e innovativo per paura delle conseguenze legali.

Nel contesto legale, la responsabilità per la morte di un paziente in ospedale può portare a cause legali contro l’ospedale o i professionisti coinvolti. Le leggi variano notevolmente da paese a paese e anche all’interno di uno stesso paese, ma in molti casi, le famiglie delle vittime hanno il diritto di cercare giustizia attraverso il sistema legale. Questi procedimenti possono essere lunghi e stressanti, ma possono fornire un mezzo per ottenere risarcimenti per danni subiti.

La comunicazione tra il personale medico e i familiari è un altro aspetto cruciale in situazioni di morte in ospedale. La mancanza di trasparenza e chiarezza può portare a tensioni, diffidenza e un senso di abbandono da parte dei familiari. Un’adeguata comunicazione può contribuire a facilitare il processo di lutto e a garantire che i familiari si sentano coinvolti e informati.

Oltre agli aspetti legali e etici, c’è un impatto significativo sul livello sociale e sulla percezione dell’assistenza sanitaria. La morte di un paziente in ospedale può sollevare preoccupazioni pubbliche sulla sicurezza e sulla qualità dell’assistenza sanitaria. Può anche portare a una riflessione più ampia sulla necessità di migliorare i sistemi di monitoraggio e controllo della qualità in ambito sanitario.

Per affrontare questi problemi complessi, molte organizzazioni sanitarie stanno cercando di implementare politiche e procedure che promuovano la sicurezza del paziente, la trasparenza e la responsabilità. Questi sforzi includono la formazione del personale medico sulla sicurezza del paziente, l’implementazione di sistemi di segnalazione degli errori, e la promozione di una cultura organizzativa che ponga l’accento sulla sicurezza e sulla qualità.

In conclusione, la morte in ospedale è un argomento delicato e complesso che coinvolge molteplici dimensioni, tra cui aspetti etici, legali, sociali e sanitari. È fondamentale affrontare questi problemi in modo completo e compassato, cercando soluzioni che migliorino la qualità dell’assistenza sanitaria e proteggano i diritti e il benessere dei pazienti e delle loro famiglie.

Definizione e Cause del Danno da Morte in Ospedale

Il danno da morte in ospedale è una categoria di lesioni personali che coinvolge la morte di un paziente a seguito di trattamenti medici considerati negligenti o scorretti. Le cause possono variare notevolmente e includere errori diagnostici, errori durante le procedure chirurgiche, somministrazione errata di farmaci, mancanza di supervisione adeguata e altri comportamenti medici negligenti.

Errori Diagnostici

Uno dei fattori più comuni che contribuiscono al danno da morte in ospedale sono gli errori diagnostici. Questi possono includere la mancata identificazione di condizioni mediche gravi, la diagnosi errata o il ritardo nella diagnosi. In molti casi, un trattamento tempestivo e accurato può fare la differenza tra la vita e la morte.

Errori durante le Procedure Chirurgiche

Errori durante le procedure chirurgiche possono avere conseguenze gravi, specialmente se comportano danni a organi vitali o se portano a infezioni post-operatorie. La competenza del chirurgo, la preparazione pre-operatoria e il monitoraggio post-operatorio sono tutti fattori critici che possono influenzare il risultato di un intervento chirurgico.

Somministrazione Errata di Farmaci

La somministrazione errata di farmaci è un’altra causa significativa di danno da morte in ospedale. Gli errori possono verificarsi durante la prescrizione, la preparazione o la somministrazione di farmaci. Questi errori possono portare a reazioni avverse, sovradosaggi o mancato trattamento delle condizioni sottostanti.

Mancanza di Supervisione Adeguata

La mancanza di supervisione adeguata da parte del personale medico può portare a una serie di problemi. Ad esempio, la mancanza di sorveglianza in un reparto di terapia intensiva può causare ritardi nella risposta a emergenze mediche, con esiti fatali.

Aspetti Legal i

Nel contesto legale, le azioni legali per il danno da morte in ospedale possono essere intraprese dai familiari della persona deceduta. Le leggi variano da giurisdizione a giurisdizione, ma in molti Paesi esiste la possibilità di intentare una causa per negligenza medica.

Negligenza Medica

La negligenza medica si verifica quando un operatore sanitario agisce in modo irresponsabile o non fornisce la cura e l’attenzione necessarie. Per dimostrare la negligenza medica, è generalmente necessario provare che il professionista sanitario ha violato uno standard di cura accettabile e che questa violazione ha portato alla morte del paziente.

Risarcimento

In caso di successo in un’azione legale per danno da morte in ospedale, il risarcimento può essere assegnato ai familiari della persona deceduta. Questa compensazione può coprire una varietà di costi, compresi quelli medici, le spese legali, i danni morali e persino la perdita di sostegno economico in caso di decesso di un capofamiglia.

Limitazioni Temporali

È importante notare che molte giurisdizioni hanno limitazioni di tempo per intentare cause di negligenza medica. I familiari della persona deceduta di solito devono intraprendere azioni legali entro un periodo specificato dalla data del decesso.

Implicazioni Emotive

La morte di un essere caro in ospedale a causa di negligenza medica può avere implicazioni emotive devastanti per i familiari. La fiducia nel sistema sanitario può essere compromessa, e il dolore della perdita può essere aggravato dalla rabbia e dalla frustrazione legate alla percezione di un’ingiustizia.

Supporto Psicologico

È fondamentale che le persone colpite da una tragedia del genere cercino supporto psicologico. I servizi di consulenza e le risorse di supporto possono aiutare a gestire il dolore emotivo e a fornire strumenti per affrontare la situazione.

Consapevolezza e Prevenzione

Mentre la giustizia legale può essere una via per affrontare la negligenza medica, è altrettanto importante concentrarsi sulla consapevolezza e sulla prevenzione. Gli ospedali e il personale medico devono lavorare continuamente per migliorare la qualità della cura, ridurre gli errori e assicurare che i pazienti ricevano trattamenti sicuri ed efficaci.

Conclusioni

Il danno da morte in ospedale è un argomento estremamente delicato e complesso che combina aspetti legali, emotivi e etici. Affrontare la morte di una persona cara è sempre difficile, ma quando questa perdita è dovuta a negligenza medica, può rendere il processo di elaborazione del lutto ancora più complesso.

È fondamentale che i sistemi legali, gli ospedali e la società nel suo complesso lavorino insieme per ridurre al minimo gli errori medici, migliorare la sicurezza del paziente e garantire che le famiglie colpite ricevano il supporto di cui hanno bisogno. Solo attraverso una combinazione di giustizia legale, supporto emotivo e impegno per la prevenzione possiamo sperare di affrontare in modo efficace il problema del danno da morte in ospedale.

l Costo Silenzioso: Morte per Infezione Ospedaliera e la Sfida per la Sicurezza dei Pazienti

L’ospedale, spesso considerato un luogo di guarigione e cure, può talvolta trasformarsi in una fonte inaspettata di pericolo per i pazienti. Uno degli aspetti più allarmanti di questa minaccia silenziosa è la morte causata da infezioni ospedaliere. Questo fenomeno, che dovrebbe essere impensabile in un contesto sanitario, è diventato una triste realtà, sollevando domande fondamentali sulla sicurezza dei pazienti e le pratiche mediche.

La Portata del Problema

Le infezioni ospedaliere rappresentano un serio rischio per la vita di chi si trova già in una condizione di vulnerabilità a causa di malattie o interventi chirurgici. Secondo dati recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno milioni di persone contraggono infezioni ospedaliere, e un numero significativo di esse non sopravvive alle conseguenze. Queste infezioni sono spesso associate a procedure invasive, cateteri, ventilatori e altri dispositivi medici che, se non gestiti correttamente, possono diventare veicoli per microrganismi dannosi.

Le Cause Sottostanti

Le infezioni ospedaliere possono derivare da una serie di fattori, compresi l’igiene inadeguata, la trasmissione di agenti patogeni tra pazienti e operatori sanitari, e l’abuso di antibiotici che può portare allo sviluppo di microrganismi resistenti. La scarsa aderenza alle linee guida di controllo delle infezioni e la mancanza di adeguati protocolli di sicurezza possono anche contribuire alla diffusione di queste infezioni all’interno degli ospedali.

Il Percorso del Paziente: Vulnerabilità e Rischio

I pazienti ospedalizzati spesso si trovano in uno stato di vulnerabilità, con il loro sistema immunitario indebolito da malattie o interventi chirurgici. Questa fragilità li rende più suscettibili alle infezioni e, di conseguenza, li espone a un rischio maggiore di complicazioni e persino di morte. La consapevolezza di questo rischio dovrebbe portare a un’attenzione costante alla sicurezza del paziente da parte degli operatori sanitari e delle istituzioni ospedaliere.

La Complessità delle Procedure Mediche

Sebbene le procedure mediche siano essenziali per il trattamento di molte condizioni, possono anche aumentare il rischio di infezioni ospedaliere. Gli interventi chirurgici, in particolare, aprono la porta a microrganismi esterni, e il controllo rigoroso delle pratiche di asepsi diventa cruciale. L’uso di dispositivi medici come cateteri e ventilatori, se non eseguito seguendo rigorosi protocolli igienici, può facilitare la diffusione di infezioni anche tra i pazienti più deboli.

La Resistenza Antibiotica: Una Minaccia Aggiuntiva

La crescente resistenza agli antibiotici è un ulteriore elemento che rende le infezioni ospedaliere più pericolose. Il ricorso eccessivo e inappropriato agli antibiotici può contribuire allo sviluppo di microrganismi resistenti, rendendo più difficile il loro trattamento. Questa resistenza può trasformare un’infezione ospedaliera apparentemente banale in una sfida insormontabile, mettendo a rischio la vita del paziente.

La Responsabilità delle Istituzioni Sanitarie

La sicurezza del paziente dovrebbe essere una priorità assoluta per ogni istituzione sanitaria. Gli ospedali devono adottare misure rigorose per prevenire e gestire le infezioni ospedaliere, garantendo che il personale medico e infermieristico sia adeguatamente addestrato e consapevole delle migliori pratiche. La promozione di una cultura della sicurezza, in cui ogni membro del team sanitario si senta responsabile per la prevenzione delle infezioni, è essenziale.

L’Importanza dell’Igiene delle Mani

Un aspetto fondamentale nella prevenzione delle infezioni ospedaliere è l’igiene delle mani. Le mani degli operatori sanitari possono essere veicoli di microrganismi, e un’igiene inadeguata può portare alla trasmissione di infezioni da un paziente all’altro. Campagne educative e protocolli rigorosi sull’igiene delle mani sono cruciali per ridurre questo rischio e proteggere la salute dei pazienti.

La Trasparenza come Strumento di Miglioramento

La trasparenza riguardo agli incidenti legati alle infezioni ospedaliere è un elemento chiave per migliorare la sicurezza del paziente. Le istituzioni sanitarie dovrebbero essere aperte riguardo agli errori e agli eventi avversi, imparando da essi per implementare modifiche e miglioramenti nelle procedure. La cultura dell’apprendimento continuo è essenziale per affrontare le sfide in modo proattivo.

L’Empowerment del Paziente

I pazienti stessi possono svolgere un ruolo significativo nella prevenzione delle infezioni ospedaliere. L’informazione sui rischi e sulle migliori pratiche può aiutare i pazienti a essere partner attivi nel loro percorso di cura. Inoltre, incoraggiare i pazienti a porre domande sulle procedure mediche e a segnalare eventuali preoccupazioni può contribuire a rafforzare la sicurezza del paziente.

Conclusioni: Affrontare il Problema di Fronte

La morte dovuta a infezioni ospedaliere è una tragica realtà che richiede una risposta completa da parte delle istituzioni sanitarie, degli operatori sanitari e della società nel suo complesso. La sicurezza del paziente dovrebbe essere la priorità assoluta, con un impegno costante per migliorare le pratiche mediche, promuovere la trasparenza e coinvolgere attivamente i pazienti nella loro cura. Solo attraverso un approccio collaborativo e sostenuto è possibile affrontare e ridurre la frequenza delle infezioni ospedaliere e proteggere la vita di chi si affida alla cura medica.

La morte dovuta a infezioni ospedaliere è una tragica realtà che richiede una risposta completa da parte delle istituzioni sanitarie, degli operatori sanitari e della società nel suo complesso. La sicurezza del paziente dovrebbe essere la priorità assoluta, con un impegno costante per migliorare le pratiche mediche, promuovere la trasparenza e coinvolgere attivamente i pazienti nella loro cura. Solo attraverso un approccio collaborativo e sostenuto è possibile affrontare e ridurre la frequenza delle infezioni ospedaliere e proteggere la vita di chi si affida alla cura medica.

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Il Costo Silenzioso: Mortalità da Infezioni Ospedaliere

L’ospedale, tradizionalmente, è considerato un luogo di guarigione e di speranza, un rifugio in cui i pazienti cercano sollievo dai loro mali. Tuttavia, dietro la facciata delle cure mediche avanzate e della tecnologia di punta, si nasconde una realtà oscura che colpisce un numero significativo di individui: la mortalità causata dalle infezioni ospedaliere. Questa realtà cruda e spesso trascurata getta una luce inquietante sull’ambiente in cui dovremmo sentirci più sicuri.

La Crescita Preoccupante delle Infezioni Ospedaliere

Le infezioni ospedaliere rappresentano una minaccia crescente per la salute pubblica, con un numero sempre maggiore di pazienti che contraggono malattie potenzialmente mortali durante il loro soggiorno in ospedale. Secondo dati recenti, le infezioni ospedaliere sono diventate una delle principali cause di morte in molte parti del mondo, superando persino alcune malattie croniche. Questo aumento preoccupante solleva domande cruciali sulla sicurezza dei pazienti e sull’efficacia delle misure preventive all’interno delle strutture sanitarie.

Cause Sottostanti: Un’Analisi Approfondita

Per comprendere appieno il fenomeno della mortalità da infezioni ospedaliere, è essenziale esaminare le cause sottostanti. Una delle principali ragioni è rappresentata dalla resistenza agli antibiotici, un problema globale che compromette l’efficacia degli agenti antimicrobici. Inoltre, la sovraffollamento ospedaliero e le pratiche igieniche inadeguate contribuiscono a creare un terreno fertile per la diffusione delle infezioni. La mancanza di controlli rigorosi e di misure preventive adeguate può aggravare ulteriormente il problema, mettendo a rischio la vita di chi cerca cure mediche.

L’impatto Emotivo e Sociale

La morte causata dalle infezioni ospedaliere non è solo una questione di statistiche e dati. Ha un impatto emotivo e sociale devastante sulle persone coinvolte, compresi i pazienti, i loro familiari e gli operatori sanitari. Per i pazienti, il trauma di contrarre un’infezione durante il loro ricovero può minare la fiducia nel sistema sanitario e influenzare la loro percezione delle cure mediche. Le famiglie, nel frattempo, devono affrontare la perdita di una persona cara e spesso si trovano a chiedersi se la morte del loro caro poteva essere evitata.

Gli operatori sanitari, da parte loro, si confrontano con il peso emotivo di perdere un paziente a causa di una situazione che potrebbe essere stata prevenuta. Questo può generare sensi di colpa, frustrazione e stress emotivo, contribuendo a un ciclo negativo che può compromettere la qualità delle cure fornite.

L’Urgenza di Migliorare le Pratiche Sanitarie

Davanti a una realtà così complessa e dolorosa, è urgente implementare cambiamenti significativi nelle pratiche sanitarie per ridurre la mortalità da infezioni ospedaliere. La resistenza agli antibiotici richiede un approccio globale che coinvolga sia i professionisti medici che il pubblico. La promozione di pratiche di igiene rigorose, controlli regolari e la creazione di un ambiente ospedaliero più sicuro sono passi fondamentali per prevenire la diffusione delle infezioni.

Inoltre, è cruciale investire in ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici e terapie antimicrobiche per affrontare la minaccia della resistenza. Un coordinamento più stretto tra le istituzioni sanitarie, insieme a una maggiore consapevolezza pubblica, può contribuire a creare un sistema più robusto e resistente.

 

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Sei vittima di malasanita” sei vittima di un grave incidente stradale? rivolgiti senza esitare allo studio legale Bologna  avvocato Sergio Armaroli di Bologna per una asssitenza legale attenta e scrupolosa al fine di farti ottenere  il giusto risarcimento.

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Da oltre 25 anni  mi adopero ocme avvocato esperto per la difesa delle vittime di casi di malasanità, operando attraverso la nostra rete di medici legali e consulenti medici specialistici, in tutta Italia per essere vicino a coloro che soffrono in ragione di un errore medico.
Il primo passo  è quello di mettere insieme tutta la documentazione medica relativa al caso del paziente.
Successivamente, riscontrato l’esito negativo per il paziente e talune criticità nel comportamento di medico o struttura sanitaria, si procede con l’invio di una diffida stragiudiziale da parte del legale.
Il secondo passo  avviene in caso di mancato riscontro della struttura nel termine indicato e dal punto di vista procedurale possiamo agire in due modi entrambi efficaci : il deposito di un ricorso per Accertamento tecnico preventivo (Atp) ex art. 696 bis C.p.c. o l’instaurazione di un giudizio di merito.
 
 
Il mio compito  è accertare con il massimo scrupolo la sostenibilità di ogni singolo caso di errore medico e ottenere il giusto ristoro per le vittime .
 
morte per infezione ospedaliera
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morte pre-parto o post-parto
malformazione grave o lesioni permanenti a seguito del parto
errore medico nascita
intervento colonna vertebrale
infezione a protesi
infarto non tempestivamente diagnosticato
terapia insufficiente su anziani
incisione arteria durante intervento
diagnosi errata
operazioni chirurgiche sbagliate per colpa medica
errore medico errata terapia
errato soccorso ospedaliero
parti malriusciti con gravi conseguenze e lesioni per il neonato
infezioni ospedaliere
infezioni da trasfusione
Omessa diagnosi
medico di base
primario
dirigente medico
chirurgo
medico generico
infermiere
personale paramedico
guardia medica
 
L’imperizia viene identificata nell’errore inescusabile, nella mancanza dell’abilità richiesta per l’esercizio dell’attività professionale.
Gli Ermellini non mancano di soffermarsi sulla circostanza, affermata dalla corte regolatrice, che la scienza penalistica non offre indicazioni in ordine tassativo nel distinguere le diverse ipotesi di colpa generica contenute nell’art. 43, comma 3, c.p. e che le stesse sezioni Unite, hanno ribadito l’estrema difficoltà che talvolta si presenta nel riuscire a operare una plausibile distinzione tra colpa da negligenza e colpa da imperizia.
 
Tuttavia, tale distinzione non può omettersi poiché richiesta dal legislatore del 2017 che, consapevolmente, ha regolato solo il secondo caso pur in presenza di un procedente articolato dibattito giurisprudenziale sulla opportunità di non operare la detta differenziazione in quanto non espressamente richiesta dalla lettera della legge come avveniva per il decreto Balduzzi per la estrema fluidità dei confini tra le dette nozioni.
 
 

  • risarcimento danni patrimoniali e non patrimoniali relativi a sinistri stradali
  • risarcimento danni per gravi lesioni fisiche (danno biologico, morale, esistenziale ed alla vita di relazione)
  • risarcimento danni da perdita parentale (danno tanatologico)
  • risarcimento danni indiretti dei prossimi congiunti (danno biologico indiretto, morale, esistenziale, alla vita di relazione e patrimoniale)
  • risarcimento danni da responsabilità professionale medica per gravi lesioni fisiche causate da errori medici o della struttura sanitaria per errate diagnosi ed omessa somministrazione di adeguate terapie. 
 
L’imprudenza, nell’avventatezza, nella mancanza di previdenza e prevedibilità, nell’esporre il paziente ad un rischio sproporzionato ai vantaggi che ci si attende dall’indagine diagnostica o dalla terapia adottata.
La negligenza, nella distrazione, omissione, mancanza di quell’attenzione che è richiesta al medico nel momento in cui è a lui affidata la salute o la vita di un suo simile.
1)In tema di responsabilità medica, ove l’atto terapeutico, necessario e correttamente eseguito “secundum legem artis”, non sia stato preceduto dalla preventiva informazione esplicita del paziente circa i suoi possibili effetti pregiudizievoli non imprevedibili, può essere riconosciuto il risarcimento del danno alla salute per la verificazione di tali conseguenze, solo ove sia allegato e provato, da parte del paziente, anche in via presuntiva, che, se correttamente informato, avrebbe rifiutato di sottoporsi a detto intervento ovvero avrebbe vissuto il periodo successivo ad esso con migliore e più serena predisposizione ad accettarne le eventuali conseguenze (e sofferenze). (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza di merito che, relativamente all’asseverata mancanza di consenso di una paziente rispetto ad un intervento di salpingectomia quale complicanza di un parto cesareo, aveva affermato la responsabilità del medico senza valutare se la paziente, ove adeguatamente informata dell’intervento di sterilizzazione tubarica, avrebbe rifiutato la prestazione) (Cass. civ., Sez. 3, 31 gennaio 2018, n. 2369).
2)In tema di responsabilità del medico chirurgo, la diligenza nell’adempimento della prestazione professionale deve essere valutata assumendo a parametro non la condotta del buon padre di famiglia, ma quella del debitore qualificato, ai sensi dell’art. 1176, comma 2 c.c., con la conseguenza che, in presenza di paziente con sintomi aspecifici, il sanitario è tenuto a prenderne in considerazione tutti i possibili significati ed a segnalare le alternative ipotesi diagnostiche. (Nel caso di specie, la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza della corte d’appello che aveva ritenuto diligente la condotta dei sanitari che, in presenza di sintomi aspecifici, quali svenimento e cefalea, non univocamente riconducibili ad un aneurisma cerebrale, ma nemmeno tali da escluderlo, avevano omesso di prescrivere al paziente tempestivi approfondimenti diagnostici con particolare riguardo alla TAC cranica) (Cass. civ., Sez. 3, 30 novembre 2018, n. 30999).
3)In tema di responsabilità per attività medico-chirurgica, in presenza di un intervento operatorio che – sebbene eseguito in conformità alle “leges artis” e non determinativo di alcun peggioramento della condizione patologica del paziente – non abbia prodotto alcun risultato di tipo terapeutico, e ciò in ragione dell’omessa esecuzione degli interventi preparatori necessari al suo buon esito da parte della struttura sanitaria, nonché di quelli successivi di natura riabilitativa occorrenti al medesimo scopo, ricorre un inesatto adempimento della struttura per avere dato luogo ad una ingerenza priva di utilità nella sfera psico-fisica del paziente, alla quale consegue un danno di natura non patrimoniale ravvisabile sia nella limitazione del proprio agire, sofferta dal paziente per il tempo occorso per le fasi preparatorie, di esecuzione e postoperatorie dell’intervento, sia nella sofferenza derivante tanto da tale limitazione, quanto dalla successiva percezione della inutilità del trattamento subìto (Cass. civ., Sez. 3, 19 maggio 2017, n. 12597).
 
4)In tema di inadempimento di obbligazioni di diligenza professionale sanitaria, il danno evento consta della lesione non dell’interesse strumentale alla cui soddisfazione è preposta l’obbligazione (perseguimento delle “leges artis” nella cura dell’interesse del creditore) ma del diritto alla salute (interesse primario presupposto a quello contrattualmente regolato); sicché, ove sia dedotta la responsabilità contrattuale del sanitario per l’inadempimento della prestazione di diligenza professionale e la lesione del diritto alla salute, è onere del danneggiato provare, anche a mezzo di presunzioni, il nesso di causalità fra l’aggravamento della situazione patologica (o l’insorgenza di nuove patologie) e la condotta del sanitario, mentre è onere della parte debitrice provare, ove il creditore abbia assolto il proprio onere probatorio, la causa imprevedibile ed inevitabile dell’impossibilità dell’esatta esecuzione della prestazione (Cass. civ., Sez. 3, 11 novembre 2019, n. 28991).
 
Il medico può incorre in un errore in un qualsiasi momento in cui esercita la sua attività svolta a favore del paziente. Vi sono tre tipologie di errori:
l’errore nella fase diagnostica;
l’errore nella fase prognostica;
l’errore nella fase terapeutica.
 
 
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Malasanità

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  3. danno da perdita della vita
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errata diagnosi cosa vuol dire?

 

Responsabilità professionale del medico – Omesso ricovero del paziente colpito da infarto miocardio acuto – Accertamento del nesso causale tra condotta colposa del sanitario e decesso del paziente – Diritto degli eredi al risarcimento del danno non patrimoniale. 
Sussiste la responsabilità professionale del medico curante che per non aver disposto il ricovero ospedaliere al paziente colpito da un infarto miocardio acuto, complicato da scompenso cardiaco, laddove il medico curante, nonostante sia stato contattato ripetutamente, non abbia ritenuto necessario predisporre il ricovero. L’accertamento peritale dal quale si evinca che un tempestivo ricovero ospedaliero con conseguente inquadramento diagnostico ed un altrettanto tempestivo trattamento terapeutico, pur non garantendo la sopravvivenza del paziente, certamente avrebbe ridotto il tasso di mortalità induce a ritenere che il paziente, se tempestivamente ricoverato e sottoposto a trattamenti idonei, avrebbe avuto una possibilità di sopravvivenza attestata intorno al 50%-70%. Alla luce di siffatte considerazioni deve concludersi per la sussistenza del nesso causale tra la condotta del medico, della quale deve ritenersi accertata la natura colposa, e la morte del paziente. Ne consegue il diritto degli eredi al risarcimento del danno non patrimoniale rappresentato dalla sofferenza soggettiva conseguente alla perdita del rapporto parentale. Detto danno deve certamente ritenersi sussistente in capo ai figli del deceduto in quanto facenti parte del nucleo familiare che naturalmente si forma. Tribunale di Trento, Civile, Sentenza 9 giugno 2011, n. 496

Diagnosi errata – Responsabilità dell’ente clinico – Esclusione – Onere della prova – Erronea lettura di radiografia. 
In tema di responsabilità dell’ente ospedaliero o clinico in relazione ai danni riportati dal paziente, in particolare, per una diagnosi errata o, comunque, incompleta, atteso che siffatta responsabilità deve essere ricondotta nell’ambito di quella professionale medica, deve ritenersi applicabile la disciplina di cui all’art. 2236 c.c.. L’azienda ospedaliera, in particolare, non risponde dei danni derivanti da prestazioni che comportino la soluzione di problemi di particolare difficoltà (salvo i limiti necessariamente connessi al dolo ed alla colpa grave) purché offra compiuta dimostrazione circa l’esistenza, nel caso concreto, di siffatto presupposto attenuativo. Non può, in particolare, ritenersi attenuata o attenuabile la responsabilità dell’Ente in relazione all’omessa diagnosi di una frattura delle dita del piede atteso che tale patologia risulta rilevabile con la semplice lettura dell’esame radiografico, lettura che, per consolidata esperienza medica, non risulta particolarmente difficoltosa.Tribunale di Monza, Sezione 1 Civile, Sentenza 12 aprile 2011, n. 1130

Sanità – Medico – Responsabilità professionale – Errore diagnostico – Contenuto. (Cp, articoli 43 e 589) 
In tema di colpa professionale medica, l’errore diagnostico si configura non solo quando, in presenza di uno o più sintomi di una malattia, non si riesca a inquadrare il caso clinico o si addivenga a un inquadramento erroneo, ma anche quando si ometta di eseguire o disporre controlli e accertamenti prudenzialmente doverosi ai fini di una corretta formulazione della diagnosi. Tribunale di Brescia, Penale, Sentenza 8 ottobre 2010, n. 3457